La legge del Karma e Specchio

La Legge delle Karma ha anche un risvolto positivo, connessa com’è al Libero Arbitrio che determina realmente il nostro destino, sebbene ciò venga in genere misconosciuto. Spesso i metodi oggi in uso falliscono perché non si riesce ad individuare in quale corpo il male insorga, quale sia il grado evolutivo del paziente, se il morbo abbia una causa interiore, personale, ereditaria o collettiva. La malattia dunque ha origine da una disarmonia che va superata, anche se va detto che il dolore e la sofferenza sono STRUMENTI EFFICACI DI EVOLUZIONE per l’individuo superficiale. La malattia è presente in tutti i regni di natura, perché la natura stessa del Logos planetario attraversa una fase evolutiva e scarica le sue imperfezioni sulle forme che rientrano nel suo raggio d’influenza. In ogni caso, il male ed il dolore svolgono una FUNZIONE PURIFICATRICE. Le cure vanno integrate, unendosi in una sola, grande, scienza di guarigione, che contempli varie tecniche d’intervento interdipendenti. La via di mezzo del saggio compromesso è sempre la migliore, vista la complessità dell’essere umano, i vari involucri che lo compongono e, quindi, le varie cause a cui si possono far risalire i suoi innumerevoli disturbi. 
Fonte: JOLANDA PIETROBELLI FIORI DI BACH MALATTIA E BENESSERE 

Legge Specchio Prima di giungere a questo, tuttavia, la vita ci propone in continuazione dei mezzi d'informazione e di riflessione su quanto avviene dentro di noi. Questi messaggi ci vengono inviati in ogni istante dal nostro ambiente  circostante e ci forniscono ininterrottamente informazioni esatte e profonde. Questo primo livello di messaggi inviati dalla vita per aiutarci a comprendere chi siamo e ciò che dobbiamo vivere viene definito «effetto specchio». La Vita si basa infatti su numerosi supporti per parlarci e guidarci e a noi non resta che ascoltarla. Osservando quanto accade intorno a noi e cosa sono gli altri nei nostro biotopo, disponiamo di un campo inesauribile di comprensione di noi stessi. E in questa comprensione della vita che si inscrive 1' «effetto specchio» che Cari Gustav Jung spiegava dicendo «negli altri percepiamo le mille sfaccettature di noi stessi». Cos'è dunque questo effetto specchio? Si tratta di uno dei concetti filosofici che mi è stato più arduo accettare nel corso della mia personale ricerca. Significa infatti che tutto ciò che vediamo negli altri non è che un riflesso di noi stessi. Quando ci piace qualcosa di qualcuno, si tratta in genere di una parte di noi stessi nella quale non osiamo credere o che non osiamo esprimere. Fin qui il principio è accettabile. Procediamo oltre. Quando qualcosa di un altro ci risulta insopportabile, ciò vuoi dire che si tratta di una polarità che pure ci appartiene, ma che è per noi insopportabile. Rifiutiamo quindi di vederla, di accettarla e non possiamo tollerarla nell'altro perché ci rimanda a noi stessi. Ecco che a questo punto il principio diviene molto più difficile da ammettere. Riflettiamoci tuttavia, sinceramente. Qual è la sola parte del nostro corpo che non riusciamo mai a vedere con i nostri occhi anche se siamo i più grandi contorsionisti del mondo? E il nostro volto! Ebbene, cosa rappresenta questo volto, a cosa serve? Rappresenta la nostra identità e, del resto, è la sua fotografia ad essere apposta sulle carte di identità. Il solo modo di vedere il nostro volto è quello di guardarlo in uno specchio. Noi ci vedremo allora il nostro riflesso, l'immagine che esso ci rimanda. Nella vita il nostro specchio è l'altro. Ciò che vi vediamo e l'immagine che ci rimanda sono il fedele riflesso di noi stessi, di quanto avviene dentro di noi. Tale concetto acquista ulteriore forza se vi aggiungiamo il fatto che «scegliamo» le persone che incontriamo. Quale schiaffo morale! Che schiaffo morale quando, per esempio, incontriamo spesso persone ingiuste. Questo ci obbliga quindi a riflettere sulla nostra stessa ingiustizia nei confronti degli altri. Riflettiamo sulla nostra stessa avidità se incontriamo frequentemente persone avide, sulla nostra infedeltà se veniamo spesso traditi. Beninteso, come è spesso capitato anche a me, non vediamo, non riusciamo a scorgere in cosa noi stessi siamo ciò che non ci piace o ciò che ci infastidisce nell'altro. Ma se siamo completamente sinceri, se accettiamo di osservarci realmente senza giudicare, scopriremo presto in cosa l'altro ci rassomiglia e quando siamo stati come lui. La vita è fatta in modo tale che non vediamo, non percepiamo e non siamo attirati se non da quanto ci interessa, ci concerne. Molti anni fa fui colpito da questo fatto quando un giorno scelsi di acquistare un tipo di automobile. Il modello in questione esisteva già da circa un anno. A partire dal giorno in cui decisi di comprarlo, presi a vedere ininterrottamente quell'automobile nelle strade. Ebbene, non ve n'erano certo più che nei giorni precedenti, ma la mia attenzione era specificamente attirata da quel modello. Allo stesso modo vediamo nell'altro ciò che ci interessa, che ci riguarda. La seconda componente di questo effetto specchio consiste nel fatto che la nostra Coscienza Olografica, il nostro Non-Conscio, il nostro Maestro o Guida Interiore, ci conducono ad incontrare le persone che meglio si adattano a noi. Tale principio funziona al contempo in senso negativo e positivo. E ciò che ci consente, quando vogliamo veramente qualcosa, di imbatterci come per coincidenza nelle persone, nei libri, nelle emissioni radiofoniche o televisive che ci aiuteranno. Ma è sempre questo principio, che Jung chiamava fenomeno della «sincronicità», a farci incontrare persone che mal si adattano a noi, quando abbiamo qualcosa da comprendere, da cambiare nel nostro atteggiamento di vita. Del resto, talvolta il concetto è difficile da afferrare o da accettare, ma in ogni caso la sola domanda che è lecito porsi è: «cosa devo comprendere in tutto questo, in questa situazione» oppure «cosa vuole indicarmi questo incontro, questa situazione». Se siamo sinceri, la risposta giunge presto. I lama e i buddisti tibetani sostengono d'altronde che nella vita «i nostri migliori maestri (quelli che ci sospingono e ci fanno avanzare di più) sono i nostri peggiori nemici, coloro che ci fanno maggiormente soffrire». Ma, malauguratamente, siamo spesso sordi o deboli di udito nei confronti di tali messaggi che dovrebbero avvertirci in merito a ciò che accade e a ciò su cui dobbiamo lavorare nella nostra vita. Siamo quindi costretti ad andare oltre, verso gli atti mancati, i traumi se non addirittura la malattia. Anche questi ci parlano, ma, parimenti, dobbiamo apprendere a decifrarne il linguaggio. Lo faremo nella terza parte di quest'opera, studiando le differenti parti del nostro corpo e in particolare la loro funzione. Ciò può sembrare inutile perché si presume che tutti sappiano a cosa servono un braccio, una gamba, uno stomaco o un polmone. Ma non abbiamo che un'immagine frammentaria di queste parti di noi stessi di cui non comprendiamo e non conosciamo che la funzione meccanica. E auspicabile ampliare quest'ultima funzione fino ad abbracciarne il significato globale, e in particolare la sua rappresentazione, la sua proiezione psicologica. Potremo allora ricavarne il significato delle tensioni che si manifestano in un determinato punto del corpo. Mi pare tuttavia utile spiegare innanzitutto come e grazie a cosa ciò avviene. Abbiamo appena visto, attraverso la presentazione globale della realtà umana, perché le cose si svolgono in una determinata maniera. Ora affronteremo la questione di come funzionano dentro di noi. E il dominio dell'energia, della comprensione energetica dell'essere umano.
Libro: Dimmi dove ti fa male e ti dirò il perché
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