Apnea notturna e Fiori di Bach

È sostenuto da molti Autori, che tra la tipologia psicologica, da un lato, e lo sviluppo strutturale e l’atteggiamento posturale abituale, dall’altro, esista una reciproca correlazione. In quest’ambito desideriamo sottolineare l’importante ruolo della postura mandibolare (individuata dal tipo di occlusione dento-scheletrica presentata dal paziente) nel determinismo della sua abituale postura, ma anche della sua tipologia psicologica, in particolare di quella “Rock Rose” secondo il Dr. Bach, attraverso l’instaurarsi di uno schema respiratorio particolare, da noi considerato  l’anello intermedio in grado di mettere in relazione la tipologia psicologica con il fenotipo strutturale. Fin quando si instauri uno schema respiratorio ideale, nasale per quanto riguarda la via d’ingresso, costo-diaframmatico per quanto riguarda la motricità e ben equilibrato per l’atteggiamento posturale abituale, è necessaria la presenza di una conformazione cranio-mandibolare adeguata in grado di consentire la normale pervietà delle via aeree nasal. Non è possibile se il paziente, in età pediatrica in particolare, presenta un quadro occlusale di morso profondo e retruso. La retrusione mandibolare comporta il contestuale spostamento posteriore della lingua. In presenza di adenoidi e tonsille ipertrofiche e non ostruttive, la lingua spinge queste ultime all’indietro, rendendo l’ipertrofia ostruttiva “di fatto”  Questo fattore trae in inganno lo specialista O.R.L. che non può esaminare il retrobocca se non a bocca aperta, quando cioè la posizione della lingua ed il morso profondo e retruso non sono palesi. In questa tipologia cranio-mandibolare, epidemiologicamente molto frequente, si instaura frequentemente l’apnea durante il sonno. Esiste un meccanismo di feed-back tendente a mantenere normali i livelli ematici di O2 e di CO2. I chemocettori che rivelano la concentrazione di questi due gas, attraverso il sistema nervoso autonomo, regolano e coordinano sia le contrazioni del diaframma che dei muscoli del faringe (genioglosso in particolare), la cui funzione è indispensabile al mantenimento della pervietà del faringe stesso, per la mancanza, in questa sede anatomica, di ogni supporto cartilagineo. Durante il sonno si assiste ad un calo della sensibilità dei chemocettori, che comporta una fisiologica diminuzione della ventilazione, ma che può ulteriormente determinare un’incoordinazione tra la contrazione del diaframma e dei muscoli faringei, indispensabili, come già affermato, al mantenimento della pervietà del faringe stesso. Nella zona di minor calibro del lume faringeo, per effetto Venturi, si genera un’ulteriore caduta di pressione. La somma dei fattori elencati (ostruzione adeno-tonsillare, incoordinazione muscolare faringo-diaframmatica, effetto Venturi) può condurre all’instaurarsi di un’occlusione completa, che l’ulteriore contrazione del diaframma, ed il conseguente aumento della depressione, contribuiscono ad aggravare. L’episodio di apnea termina quando i muscoli faringei tornano al proprio fisiologico funzionamento grazie a stimoli mediati dai chemocettori, finalmente attivati dall’aumento dell’ipossia, o dai propriocettori faringei, generalmente in seguito ad un brusco risveglio. Questo anomalo pattern respiratorio, oltre a ridurre in quantità ed in qualità il riposo notturno, finisce per peggiorare ulteriormente la sensibilità dei chemocettori ed alzare la soglia del risveglio, a cui è legato frequentemente il fenomeno dell’enuresi notturna. Tutto ciò incide profondamente sulla psiche del paziente, anche perché la respirazione orale favorisce l ’instaurarsi del respiro corto, superficiale e costo-diaframmatico, di per sé ansiogeno. Infatti è a tutti noto il ruolo della respirazione diaframmatica profonda per via nasale nel ripristino di uno stato di calma. Soprattutto, un morso profondo e retruso favorisce, come già illustrato, la chiusura delle vie aeree nasali nel retrofaringe per il collabimento della radice della lingua con la regione adenoidea. L’apnea durante il sonno, oltre a costituire un momento assai critico, che può risultare ingravescente nel tempo ed addirittura rischioso per la vita nei casi più gravi, porta ad un brusco risveglio che il bambino “vive” in maniera particolarmente angosciosa. Gli istanti della  mancanza di aria si dissolvono con il risveglio, che immediatamente ripristina la coordinazione fra la muscolatura respiratoria (diaframma in particolare) e la muscolatura che mantiene pervio il faringe (glossofaringeo in particolare). Persiste, il senso di paura per l’esperienza vissuta, brevissima ma molto intensa, non strutturata in quanto, proprio perché vissuta durante il sonno, non giunge ad interessare lo stato di coscienza. Spesso il bambino riferisce esperienze oniriche spiacevoli, di vario tipo, scene di guerra, di morte o popolate da animali sgradevoli (zoopsia). I risvegli agitati portano il bambino a cercare la sicurezza del contatto con i genitori. Dal momento che gli episodi di apnea si verificano sempre durante il sonno, il desiderio di dormire con i genitori diventa un’esigenza pressoché costante e vitale. Lo stato di insicurezza psicologica che tutto ciò comporta, viene aggravato dalla tendenza di questi bambini ad ammalarsi, proprio perché la respirazione orale, per l’introduzione nelle vie aeree di aria fredda, secca e non depurata dai “filtri” nasali, porta a frequenti ricadute di patologie respiratorie più o meno complicate, ma soprattutto reiterate, e pressoché croniche nella stagione fredda. La paura per i medici, ai quali questi piccoli pazienti devono spesso ricorrere, e per le loro pratiche diagnosticoterapeutiche, aggrava ulteriormente lo stato  "Rock Rose".

Se lo specialista ORL decide di intervenire chirurgicamente risolvendo il conflitto tra radice della lingua e la regione adeno-tonsillare con la rimozione di adenoidi e/o tonsille, la decisione, ritenuta senza alternative, non tiene conto del senso di “castrazione” che il bambino avverte, soprattutto in un distretto (orale), dove risiedono i primitivi apparati di conoscenza, difesa ed aggressività. La sommatoria di un atteggiamento pauroso ed insicuro, la salute cagionevole ed il fenomeno dell’enuresi, assai spesso collegato all’apnea nel sonno, finiscono per simulare quadri primari di regressione e di sofferenza psicologica, che devono essere ricondotti a coinvolgimenti somatopsichici, poiché trovano il loro originario determinante substrato nella “struttura” e non nella psiche. È importante sottolineare che il superamento della problematica respiratoria (spesso a favorevole evoluzione con l’età), non sempre si accompagna al superamento dello stato "Rock Rose", che finisce per caratterizzare il paziente per tutta la vita. La terapia strutturale è rivolta al riposizionamento corretto della mandibola attraverso l’applicazione di dispositivi endorali individualmente progettati e all’aumento della pervietà nasale grazie all’applicazione di disgiuntori palatini rapidi: il palato, infatti, costituisce la “volta” del cavo orale ma anche il “pavimento” del naso ed il suo sviluppo è intuitivamente correlato con la pervietà delle vie aeree nasali. Contestualmente siamo soliti prescrivere "Rock Rose" in soluzione idroalcolica nella classica  posologia (4 gocce, 4 volte al giorno). I lusinghieri risultati clinici in 8 anni di esperienza sembrano confermare l’efficacia dell’associazione terapeutica floreo-strutturale. 

Per riferimento bibliografico:
BERNKOPF E., BROIA V. – Ruolo della
posizione mandibolare nell’insorgenza
della tipologia psicologica “Rock Rose”.
La Med Biol, Aprile-Giugno
2000: pag. 35-38.

Indirizzo degli Autori:
Dott. Edoardo Bernkopf
Specialista in Odontoiatria
e Protesi Dentaria
c/o Clinica Giancotti
Via Tagliamento, 44
I-00100 Roma

Dott.ssa Vanna Broia
Specialista in Odontostomatologia
Via Petrarca, 3
I-43100, Parma